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Ieri i pelapatate potevano fare scintille

25 Giugno 2004

Oggi i pelapatate avrebbero potuto fare fiamme…

Ho visto che mia Madre, da oggi, pela le patate con un nuovo attrezzo, un pelapatate, cioè, lei ha sempre usato uno di questi attrezzi ma quello che ha ora è di plastica, completamente, di plastica.
Per produrre un pelapatate tradizionale, cioè di metallo, bastano pochi e semplici passaggi produttivi, da una lamina sottile per mezzo di una trancia-sagomatrice si ottiene già la testa tagliente e correttamente orientata per pelare soltanto la profondità della buccia, da un’altra lastra e un’altra trancia-sagomatrice si ottiene il corpo anatomico al quale verrà agganciata la testa che sarà libera di ruotare sul suo asse e rendere il lavoro più agevole. Non è dunque un processo produttivo complicato, quindi neanche costoso, immagino, poi il produttore di pelapatate fa pervenire nella sua fabbrica le lamine già pronte per essere tranciate.
Oggi entrambe le parti dell’oggetto vengono prodotte in plastica, la tecnologia ci mette a disposizione polimeri sempre più resistenti, tanto da poterci produrre lame, che per ora tagliano le patate, ma poi chissà cos’altro.
Però il petrolio non costa? Sembra a giudicare dal prezzo della benzina che si, costa! Chissà forse non costa tanto quanto crediamo noi, e chi lo vende e lavora si sta arricchendo da pazzi mettendolo dove sempre avremo bisogno di comprarlo.
Oppure malgrado il materiale da tagliare poco resistente, anzi per niente, si usura comunque più in fretta, forse così il produttore spera che il suo prodotto duri meno e quindi acquistato più spesso?
Aiuto vi prego, questo è un progresso dell’industria chimica?
Uno di quei passi avanti che miglioreranno la nostra vita?
O è soltanto un progresso che migliora l’efficacia del sistema economico capitalista?

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