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L’Ue multa la Microsoft. L’azienda di Bill Gates dovrà pagare 497 milioni di EURO

24 Marzo 2004

La Commissione europea ha formalmente deciso di condannare Microsoft per abuso di posizione dominante imponendo al colosso Usa una maxi-multa e l’adozione di alcuni rimedi per porre fine alle violazioni della concorrenza. Il verdetto è stato votato nel corso della consueta riunione settimanale dell’esecutivo europeo.

La Microsoft, primo produttore mondiale al mondo di software, dovrà così pagare una penale record da 497 milioni di euro, ben 610 milioni di dollari. Sia sulla multa, sia sui contenuti della decisione, i servizi di Mario Monti continuano però a mantenere il più stretto riserbo. Ma non è la multa a preoccupare la società americana, Sono i «rimedi» l’aspetto che maggiormente preoccupa Bill Gates. Questi saranno di due tipi: relativamente al mercato dei software multimediali Microsoft sarà obbligata a fornire ai produttori una versione del suo prodotto di punta, il sistema operativo Windows, senza il programma Media Player. Per quanto riguarda invece il settore dei server di fascia bassa, il colosso di Redmond dovrà fornire ai propri concorrenti una serie di informazioni riservate.

Le indiscrezioni trapelate hanno già sollevato la dura reazione del colosso informatico Usa che da New York ha definito «totalmente ingiusto e ingiustificato» l’ammontare dell’ammenda, confermando che se la decisione sarà confermata, Microsoft ricorrerà in appello davanti alla Corte europea di giustizia per ribaltare il verdetto. La multa record decisa da Bruxelles non ha stupito solo i vertici di Microsoft. Si tratta infatti di una cifra di oltre due volte superiore ai pronostici di numerosi esperti di diritto comunitario, che si aspettavano una sanzione intorno ai 200 milioni di euro.

Numerosi osservatori ora si interrogano sugli elementi che hanno portato l’Antitrust Ue a definire una simile ammenda. Nel calcolare la multa, la Commissione prende in considerazione diversi fattori: la gravità degli abusi commessi, la loro durata, la presenza di circostanze attenuanti o aggravanti e il fatturato. Ma nella decisione ricopre una certa importanza anche «l’effetto deterrente della multa», e cioè la necessità che l’ammenda serva da esempio per evitare abusi futuri. E secondo alcuni osservatori sarebbe proprio quest’ultimo aspetto ad aver pesato maggiormente nel calcolo della multa.

Se questa tesi fosse confermata, vi sarebbe l’ulteriore prova che la linea politica di Monti è di fare di questa condanna un «precedente» giuridico che faccia giurisprudenza, facilitando ulteriori futuri interventi dell’Antitrust Ue.
Si spiegherebbe così la stizzita reazione di Microsoft per la quale, viste l’ingente liquidità, non dovrebbe fare molta differenza una multa da 200 o da 500 milioni di euro.

Soprattutto se si pensa di ribaltare il verdetto in appello. Del resto, com’è noto, a preoccupare veramente Microsoft non sono nè la sanzione nè i rimedi, ma proprio il fatto che sulla base del verdetto di domani il colosso di Redmond potrebbe presto subire altre azioni legali.

Fonte:
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=34015

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